Carta Carburante | Detrazione IVA Carburante Pagato con Carta di Credito

Detrazione IVA Carburante Pagato con Carta di Credito: Come Fare?

Come funziona la nuova detrazione IVA sul carburante e a chi si applica?

Ditte di spedizioni e liberi professionisti possono pagare il carburante con carta di credito?

Ogni giorno, migliaia di autotrasportatori, manager in trasferta, professionisti con partita IVA si mettono in viaggio verso destinazioni nazionali e internazionali per effettuare consegne, partecipare a fiere ed eventi e raggiungere clienti.

Quando arriva il momento di fare rifornimento, bisogna trovare la pompa di benzina più vicina e conveniente, scegliere un metodo di pagamento e il carburante adatto al nostro veicolo, pagare con un metodo tracciabile e richiedere la fattura elettronica.

Questi ultimi due passaggi sono fondamentali per poter detrarre l’IVA secondo le più recenti disposizioni normative.

Quando si parla di detrazione dell’IVA, bisogna fare i conti non solo con le nuove leggi italiane ma anche con gli adeguamenti alle norme europee.

Cos’è l’IVA? Che significa detrazione IVA sul carburante? Quali sono le novità legislative che si applicano ad aziende e professionisti con partita IVA?

Scopri la risposta a queste domande e in che modo le carte carburante hanno semplificato questo aspetto della burocrazia aziendale con iCompario.

Detrazione IVA: di cosa si tratta?

Prima di parlare di detrazione IVA sul carburante, è opportuno chiarire cos’è l’IVA.

L’imposta sul valore aggiunto rientra fra le cosiddette imposte indirette, cioè quelle tasse che non colpiscono direttamente i guadagni (come l’IRPEF per i lavoratori e l’IRES per le imprese, ma anche il bollo auto), bensì i consumi. Si parla di imposta indiretta perché grava sulla cessione di beni e servizi da parte dei cosiddetti ‘soggetti passivi IVA’, i quali la addebitano poi al cliente finale, cioè il consumatore, salvo poi doverla versare allo Stato.

L’IVA è un tributo applicato ai consumi che è dunque a carico dei consumatori. È però il soggetto passivo IVA, cioè l’impresa o il libero professionista, a doverla versare all’Agenzia delle Entrate.

L’IVA viene applicata in misura diversa a seconda che il bene o servizio sia di prima necessità o meno. Si parla pertanto di aliquote IVA, cioè percentuali di imposta che si applicano al prezzo base.

Quali sono le aliquote attualmente vigenti in Italia?

Le aliquote in vigore in Italia si distinguono in tre categorie:

  • Aliquota ordinaria: cioè la percentuale ordinaria applicata alla maggior parte dei beni e servizi, che attualmente è fissata al 22%
  • Aliquota ridotta: riservata a prodotti e servizi del settore turistico e ad alcuni prodotti alimentari, ammonta al 10%
  • Aliquota minima: applicata ai beni di prima necessità come i generi alimentari, ha una percentuale del 4%

Esistono poi servizi totalmente esenti, come i servizi sanitari, nonché le cosiddette operazioni escluse, esenti o non imponibili.

Le aliquote variano da paese a paese, ma in Europa esiste una regolamentazione comune che influenza la detraibilità dell’IVA.

Cos’è la detrazione IVA?

Imprese e professionisti possono effettuare la detrazione sull’acquisto di prodotti e servizi utili all’attività lavorativa.

La detrazione IVA è regolamentata dall’articolo 19 del Decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972, n. 633 che disciplina appunto l’imposta sul valore aggiunto.

Il suddetto articolo recita:

«Per la determinazione dell’imposta […] è ammesso in detrazione, dall’ammontare dell’imposta relativa alle operazioni effettuate, quello dell’imposta assolta dal contribuente o a lui addebitata a titolo di rivalsa […] in relazione ai beni e ai servizi importati o acquistati nell’esercizio dell’impresa, dell’arte o della professione.»

Un esempio tipico è quello del computer usato per motivi di lavoro: il libero professionista può detrarre (in gergo, ‘scaricare’) l’IVA dall’acquisto di un computer o di altra strumentazione utile a fini lavorativi.

Lo stesso vale per acquisti di servizi, come corsi di aggiornamento professionale o la consulenza di un’azienda esterna, e ancora si applica a tutti i macchinari utili all’esercizio d’impresa, dalla strumentazione professionale di uno studio dentistico all’equipaggiamento della cucina in un ristorante, fino all’autovettura nel caso di aziende di noleggio o autoscuole.

La detraibilità, tuttavia, non è sempre totale. Ci sono infatti casi in cui, per legge, è possibile detrarre solo una percentuale ridotta.

Detrazione IVA Carburante

Quando si parla di detrazione IVA carburante si fa riferimento all’articolo 19-bis1 del citato D.P.R. 633/72, il quale stabilisce in che percentuali si può detrarre l’IVA dall’acquisto di carburante e da altre spese connesse con l’autovettura.

I veicoli a motore sono infatti spesso utilizzati da imprese e professionisti a scopo lavorativo, ma non tutti godono degli stessi benefici fiscali.

«Per veicoli stradali a motore – recita l’articolo 19-bis1 – si intendono tutti i veicoli a motore, diversi dai trattori agricoli o forestali, normalmente adibiti al trasporto stradale di persone o beni la cui massa massima autorizzata non supera 3.500 kg e il cui numero di posti a sedere, escluso quello del conducente, non è superiore a otto.»

Per questi veicoli, è possibile detrarre il 40% dell’IVA, a meno che non siano utilizzati esclusivamente a scopo lavorativo:

«In deroga alle disposizioni di cui all’articolo 19, […] l’imposta relativa all’acquisto o all’importazione di veicoli stradali a motore […] è ammessa in detrazione nella misura del 40 per cento se tali veicoli non sono utilizzati esclusivamente nell’esercizio dell’impresa, dell’arte o della professione.

La disposizione non si applica, in ogni caso, quando i predetti veicoli formano oggetto dell’attività propria dell’impresa nonché per gli agenti e rappresentanti di commercio.»

Cosa vuol dire?

Vuol dire che i veicoli registrati come mezzi strumentali all’esercizio d’impresa godono del 100% di detraibilità IVA. Parliamo di mezzi utilizzati da aziende di trasporto o di noleggio, scuole guida, ma anche agenti e rappresentanti di commercio.

Tutti gli altri veicoli aziendali possono invece usufruire di una detraibilità ridotta al 40%.

Questa percentuale è stata concessa all’Italia dall’Unione Europea in seguito alla Decisione di Esecuzione (UE) 2019/2138 del Consiglio del 5 dicembre 2019 che reca modifica della decisione 2007/441/CE, autorizzando la Repubblica italiana ad applicare misure di deroga all’articolo 26, paragrafo 1, lettera a), e all’articolo 168 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto.

In particolare, l’Europa ha autorizzato l’Italia a limitare al 40% il diritto di detrarre l’IVA nel caso di spese relative a veicoli stradali a motore non utilizzati esclusivamente a scopi professionali, cioè i cosiddetti veicoli a uso promiscuo, utilizzati sia durante le ore lavorative sia a scopo personale dai professionisti con partita IVA e dipendenti. Rientrano in questa categorie le autovetture concesse dalle aziende ai dipendenti in uso promiscuo come fringe benefit.

Le stesse agevolazioni e percentuali si applicano tanto alle spese connesse all’acquisto, leasing o noleggio del mezzo, quanto alle spese di manutenzione e gestione del mezzo, tra cui l’acquisto di carburanti e lubrificanti.

Il citato articolo 19-bis1 del D.P.R. 633/72 stabilisce infatti che:

«l’imposta relativa all’acquisto o all’importazione di carburanti e lubrificanti destinati a […] veicoli stradali a motore, nonché alle prestazioni […] di custodia, manutenzione, riparazione e impiego, compreso il transito stradale, dei beni stessi, è ammessa in detrazione nella stessa misura in cui è ammessa in detrazione l’imposta relativa all’acquisto o all’importazione di detti […] veicoli stradali a motore.»

Tuttavia, al fine di poter godere di queste agevolazioni fiscali, la Legge di Bilancio 2018 ha introdotto una serie di requisiti fondamentali nell’ambito di una più ampia manovra contro l’evasione fiscale.

Stiamo parlando dell’obbligo di pagare il carburante con mezzi di pagamento tracciabile e ricevere la fattura elettronica, due passaggi imprescindibili per poter continuare a detrarre l’IVA dall’acquisto di carburante per imprese e professionisti.

Come si detrae l’IVA sul Carburante?

I professionisti e le imprese possono detrarre il 40% dell’IVA dall’acquisto di carburante, a meno che il mezzo in questione non sia indispensabile per l’esercizio d’impresa, caso in cui la detraibilità è totale.

Fino al 31 dicembre 2018 era possibile utilizzare la vecchia scheda carburante per documentare l’acquisto di carburanti o lubrificanti e chiedere le relative detrazioni. Oggi la scheda carburante non è più necessaria: basta pagare con un metodo di pagamento tracciabile e richiedere la fattura elettronica.

Quali sono i mezzi di pagamento ammessi dalla Legge di Bilancio 2018?

Carte di credito, carte di debito, prepagate, bonifici, assegni, addebiti diretti in conto corrente, carta carburante.

Come funziona la fattura elettronica per l’acquisto di carburante?

Per poter fruire delle detrazioni fiscali è necessario che il distributore emetta regolare fattura elettronica con tutti i dati relativi alla transazione, cioè codice fiscale e partita IVA di chi effettua l’operazione, nonché i dati relativi al mezzo quale targa e chilometraggio, cioè gli stessi dati che venivano inseriti a mano sulla scheda carburante. Questo passaggio è fondamentale non solo ai fini dell’emissione della fattura, ma anche per poter associare ciascuna transazione a uno specifico veicolo o conducente nel caso di aziende con un parco veicoli comprendente diverse autovetture e di rifornimento pagato con carta di credito.

Se infatti l’acquisto di carburante con carta di credito è valido per poter chiedere la fattura elettronica e detrarre l’IVA, l’utilizzo di un metodo di pagamento non esclusivamente riservato all’acquisto di carburante implica la necessità di estrapolare le singole voci di spesa dall’estratto conto per poter rendicontare le spese e calcolare le relative detrazioni fiscali.

Se l’obiettivo delle nuove normative è l’efficienza e una diminuzione delle pratiche burocratiche, in che modo si possono comunicare i dati necessari all’emissione della fattura?

Una soluzione proposta dall’Agenzia delle Entrate è il QR Code, una sorta di biglietto da visita digitale contenente tutte le informazioni necessarie all’emissione dell’e-fattura e scannerizzabile tramite apposito lettore. Peccato che non tutti i distributori siano dotati di questo strumento.

Detrazione IVA Carburante con Carta di Credito

Per effettuare il rifornimento carburante con carta di credito, una volta arrivati al distributore è necessario richiedere l’emissione della fattura elettronica. Sei il distributore non è in possesso di un lettore di codici QR, sarà necessario fornire a voce tutti i dati necessari all’emissione di regolare fattura elettronica valida ai fini fiscali.

Le cose si complicano in caso di rifornimento fuori dagli orari di apertura del distributore o per le pompe self-service. In questi casi, è necessario conservare la ricevuta (che da sola non è valida per la detrazione IVA) e richiedere in seguito fattura elettronica differita al distributore tramite e-mail o, se questo non è possibile, recandosi personalmente presso il distributore durante gli orari d’apertura, e comunque entro e non oltre il 15 del mese successivo, pena l’impossibilità di detrarre l’IVA.

È subito chiaro come questo non sia il miglior sistema se si cerca semplicità e praticità, entrambe offerte dall’utilizzo di un metodo di pagamento specifico per i carburanti che consente di automatizzare e velocizzare il processo di fatturazione elettronica: la carta carburante.

Detrazione IVA con Carta Carburante

La carta carburante è nata proprio per sopperire a tutte le esigenze emerse a seguito delle nuove norme sul pagamento di carburante per autotrazione e in genere per tutti i professionisti e le imprese che utilizzano veicoli a motore a scopo lavorativo.

A differenza degli altri metodi di pagamento tracciabili validi ai fini della detrazione IVA, la carta carburante è pensata specificamente per questo scopo e non può quindi essere utilizzata per acquisti diversi dal carburante e da altri servizi connessi al rifornimento.

Questo è un vantaggio sotto due punti di vista: da una parte, infatti, non sarà più necessario spulciare l’estratto conto della carta di credito o del conto corrente in cerca delle voci di spesa relative all’acquisto di carburante, dall’altro si scongiura il pericolo di acquisti illeciti.

Ogni carta carburante infatti viene gestita tramite un software che dà accesso a tutte le informazioni in tempo reale da smartphone, tablet o PC, consentendo al manager di avere una visione chiara e immediata dell’utilizzo di ciascuna, con la possibilità di bloccarla in un click in caso di movimenti sospetti o smarrimento e riattivarla altrettanto semplicemente.

Ciò offre maggiore serenità tanto ai manager e datori di lavoro quanto agli autisti, i quali non sono costretti a portare con sé contanti o una carta di credito aziendale che, in caso di smarrimento, richiede una procedura di sicurezza ben più lunga.

La fattura elettronica viene emessa automaticamente anche quando si fa rifornimento presso pompe self-service o fuori dagli orari di apertura del distributore: ogni carta è infatti associata all’azienda e al veicolo e quindi facilmente identificabile. A cadenza mensile o bisettimanale si riceve in automatico la fattura elettronica valida per il recupero dell’IVA senza dover conservare scontrino o ricevute e senza dover fare ulteriori passaggi intermedi ogni volta che ci si reca dal benzinaio.

Il professionista può arrivare alla pompa in tutta serenità, fare rifornimento, pagare con la carta carburante e rimettersi in viaggio verso la propria destinazione.

iCompario offre gratuitamente la propria esperienza trentennale per aiutare tutte le aziende e i liberi professionisti a scegliere la carta carburante più adatta a ogni specifica esigenza e ottenere facilmente la detrazione dell’IVA.

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